PRESEPE DI TASSO

Natale 2013

"Un lume acceso nella notte”

Il presepe vuole rievocare le antiche consuetudini del Natale e soprattutto la trepidante gioiosa attesa, mettendo in risalto i preparativi della vigilia. Per gli usi, riti, costumi del Natale si è attinto al libro “U Bambin Picin Picin” di Renato Lagomarsino. Si sono altresì presi spunti da una vecchia canzone di Piero Bozzo, che descrive il Natale attraverso gli occhi di un bambino, e da una toccante poesia di Edoardo Firpo sul presepe tradizionale.

Nella sua canzone, Bozzo ricorda i Natali della sua infanzia: l'albero, le campane che suonano a festa, un regalo, i parenti riuniti per l'occasione, il pranzo. Nell'atmosfera magica della Notte Santa il bimbo accetta il dolce invito della sua mamma ad addormentarsi e sogna. Con la semplice cristallina fede di bambino, sogna Gesù Bambino che scende dalle stelle per giocare con lui, accompagnato da una schiera di angioletti che portano doni e pandolci per i bimbi più poveri, perché deve essere Natale anche per loro.

La scena si svolge in una tipica casa di campagna; sotto il vecchio intonaco affiorano le pietre e i travi usati come sagomatura di finestre e portali. “Ciappe” d'ardesia coprono il tetto, mentre all'interno della casa (le cui stanze sono separate d tramezzi in pietra o paratie di legno – a paè) fervono i preparativi. Al centro della cucina ecco il focolare (u fogoâ) situato su di un rialzo; il calore del ceppo scaldava la casa ed in autunno serviva ad essicare le castagne stese sul sovrastante graticcio (a grè). In un angolo c'è l'albero di ginepro, guarnito con mele, arance, noci, fichi secchi, grappoli d'uva appassita, maccheroni, una trombetta, un orsetto. Accanto ad esso un piccolo presepe con l'adorato Gesù Bambino al centro.

 

scorcio presepe

Gli arredi sono semplici ed essenziali: la madia (meizoa), la panca, il lavandino di marmo grigio striato, la piattaia (vascellaêa), il piccolo lampadario a piatto sorretto da vecchi fili elettrici ad intreccio, le sedie impagliate, il tavolo, l'attaccapanni. Gli oggetti sono quelli d'uso quotidiano: la fiaschetta, il macinino per il caffè, il mortaio col pestello, il ferro da stiro e altri ancora. La cucina odora di profumi genuini: il basso pandolce, la pagnotta (figassa), i ravioli, la gallina bollita, le salsicce, i “berodi” e il vino novello.

scorcio presepe

 La vita che si svolge nei campi e nella casa è semplice, fatta di duro lavoro, ma i sentimenti sono veri, c'è rispetto per la famiglia, per gli anziani. Una vita di fede: si trova sempre il tempo per pregare, anche prima di sedersi a tavola per sfamarsi, si ringrazia il Signore per i doni ricevuti.

Quando giunge l'ora di partire per la Messa d mezzanotte in casa si lascia un lume acceso e si attizza un tronco d'ulivo i cui carboni una volta freddi saranno conservati per sfruttarne le virtù miracolose contro le malattie del bestiame.

Lungo il sentiero diretto alla Chiesa si raccolgono punte d'erica (brügu) legate a mazzetto per formare uno scopino, benedetto durante la Messa d mezzanotte, che verrà appeso ad una trave nella stalla per scongiurare malattie del bestiame che avrebbero potuto ridurre la produzione di latte. Prima però lo stesso scopino troverà posto sul tavolo imbandito insieme ad un mestolo forato (cassa rea), ad una manciata di sale e ad una “michetta” di pane, in funzione propiziatoria per curare eventuali malattie del bestiame e dei familiari.

Nella chiesetta del paese, dal bianco altare di marmo, si riunisce la comunità dei fedeli per partecipare alla S. Messa di mezzanotte, che tutt'oggi conserva un fascino particolare di evento miracoloso che non si ricorda soltanto, ma si rinnova, con la nascita di Gesù nel cuore di chi è pronto ad accoglierlo. Alla fine della Messa è tradizione cantare in coro la “Pastorella”, nella musica ci si sente uniti nella gioia della festa, rendendo omaggio alla statua di Gesù Bambino che il parroco porge ai fedeli.

Il Natale è una festa da condividere con chi si ama, ma se un povero bussava alla porta di casa, veniva accolto per il pranzo e gli si consentiva di dormire nella stalla o nel fienile, vivendo così nel concreto sentimenti di carità e accoglienza. Nelle difficoltà quotidiane era più facile capire la sofferenza di chi affrontava una vita ancor più difficile, e la solidarietà era un sentimento più spontaneo, non solo a Natale.

Il presepe è inserito in un contesto rurale: i monti, il ruscello ghiacciato, i campi, il bosco e i pendii montuosi che digradano verso il mare fino alla costa.

scorcio presepe

Nel villaggio è inserita la nostra casa. Attigua alla casa, a dominare la scena, ecco la stalla, pulita accuratamente perché nella Notte Santa vi troverà rifugio la Sacra Famiglia. Così è. Giuseppe e Maria scelgono di far nascere Gesù in questa stalla, simbolo di tutte le dimore dei fedeli pronti ad accoglierli. Scaldato dal fiato del bue e dell'asinello, Gesù nasce nella greppia colma di fieno. Maria Lo guarda commossa, gioisce per la Sua nascita, ma il cuore conosce la pena: Gesù è venuto al mondo per salvarci, sacrificando la Sua vita per noi... la Sua ombra proietta sul muro della stalla una croce.

scorcio presepe

E come è sottinteso nella poesia di Firpo, la Croce ci ricorda, oltre al sacrificio di Gesù, che noi esprimiamo la nostra fede attraverso il segno della Croce. E alla fine della nostra vita la Croce sulla nostra tomba è come un abbraccio con cui Gesù ci accoglie nella sua dimora eterna. E' per questo che nel presepe, accanto alla chiesetta, è rappresentato un piccolo cimitero di campagna, luogo di silenzio e pace dove si respira l'aria della vita eterna che ci attende dopo questo passaggio, accanto a Colui che ci ha dato il dono meraviglioso della vita, da vivere con fede, onestà, semplicità e amore.

 

MUSICHE:

Canson de Natale, di Piero Bozzo, cantata da Mario Cappello (reg. 1948)

Nativitae, di Edoardo Firpo, lettura di Franco Famà

Tu scendi dalle stelle (Pastorella) eseguita dal campanaro Angelo Ferrari

L'è chi Natale, di Risso-Margutti, cantata dalla squadra Balilla Portoria

Tu scendi dalle stelle, di S.A.M. De Liguori, eseguita dal Coro delle voci bianche, Coro Filarmonico dei Bambini di Praga e dall'Orchestra Sinfonica Nazionale RAI

 

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